Per chi non lo sapesse, Ghost in the Shell è una serie di manga a tema futuristico/cyberpunk ideata da Ota Masanori e adattata in varie forme, tra cui anime, film, romanzi e videogiochi. Uno dei più recenti membri della grande famiglia rientra proprio in quest’ultima categoria: si tratta di Ghost in the Shell: Stand Alone Complex – First Assault, sparatutto online in prima persona sviluppato da Neople e pubblicato da Nexon in esclusiva su Steam.
Da appassionati del franchise ci siamo fiondati nella beta pubblica, disponibile solo in lingua inglese fino al mese di luglio, e dopo qualche giorno di prova siamo pronti a fornirvi le nostre impressioni.
Anteprima di gioco
Ghost in the Shell First Assault è un FPS competitivo a squadre che non si discosta molto dagli standard odierni. Osserviamo infatti la presenza di modalità piuttosto classiche come Team Deathmatch e Demolition (esattamente come in Counter-Strike), il sistema di progressione basato sugli sblocchi a livello e la personalizzazione di armi e soldati tramite equipaggiamento di oggetti capaci di influenzarne le statistiche. Ci sono, comunque, delle novità, nonostante siano state dosate con il contagocce.
In primis la modalità Terminal Conquest, che amalgama bene dominio e cattura la bandiera. Due squadre da 8 giocatori ciascuna si sfidano nella conquista di terminali sparsi per le mappe, con l’obiettivo di catturarne 5 prima del nemico. Ogni punto preso garantisce l’apparizione di un mini carro armato, il Tachikoma, che funge da torretta mobile e rivela i movimenti avversari entro un certo raggio. Vista la potenza a dir poco devastante non ci stupiremmo se venisse grandemente depotenziato nelle prossime patch.
In secondo luogo le abilità, una per soldato, attivabili al riempimento dell’apposita barra. Motoko, ad esempio, può contare sul camuffamento ottico, Batou su un lanciamissili portatile, Togusa su un drone esplosivo e così via. Esse fungono da asso nella manica in situazioni critiche e non hanno un utilizzo fine a se stesso in quanto è possibile condividerle con i compagni vicini agevolando la coordinazione di gruppo anziché lo sparpagliamento tipico degli shooter moderni. Sono inoltre presenti numerosi chipset per le Shell che aggiungono temporaneamente effetti o bonus statistici alle suddette abilità.
Grafica e gameplay
In quanto a comparto tecnico First Assault non fa sicuramente gridare al miracolo. Mancano profondità negli oggetti, illuminazione convincente, definizione delle texture e animazioni fluide; tuttavia il comparto artistico omaggia quanto più possibile i film d’animazione di Oshii, dalla ricostruzione fedele degli ambienti di gioco agli armamenti utilizzati dalla Sezione 9. In più il titolo sembra ottimizzato con criterio e gira egregiamente anche su sistemi meno recenti.
Veniamo al gameplay vero e proprio. Le partite, complice un ritmo piuttosto sostenuto e le dimensioni relativamente contenute delle mappe, durano fino a un massimo di 20 minuti. Ciò è dovuto anche alla scarsa quantità di salute dei soldati, i quali vanno giù con appena qualche colpo al torso persino da distanze considerevoli. Di conseguenza esporsi al fuoco non è la migliore delle tattiche e si notano spesso parecchi giocatori adottare lo stile da camper per assicurarsi un buon ratio. Essendo le mappe costellate di vicoli e punti ciechi dove appostarsi, tale fenomeno sarà difficilmente debellabile dagli sviluppatori a meno di stravolgimenti nel level design che con tutta onestà non crediamo avverranno.
Movimenti e gunplay risultano invece nella norma, salvo qualche impuntamento nelle transizioni da corsa a shooting e viceversa. Il feedback delle armi soddisfa, arricchito da un rinculo realistico unico per ogni bocca da fuoco. Come dicevamo potrete personalizzare soldato ed equipaggiamento sbloccando vari accessori, disponibili sia per l’acquisto in shop sia tramite valuta in game come la maggior parte dei contenuti ad eccezione delle skin. Tutto sommato un sistema equo anche se lo spettro del grinding infinito aleggia minaccioso.
Conclusioni
Ghost in the Shell First Assault offre pochissime novità rispetto al resto degli FPS free to play sul mercato, motivo per cui allo stato attuale la popolazione sui server tende a racchiudere quasi soltanto i fan accaniti dell’opera di Masanori.
Per convincerci appieno servono più contenuti, tra modalità originali, tipologie di armi, mappe e accessori. Guardando indietro alla nostra esperienza con questa open beta possiamo dire di esserci divertiti il giusto, come in tanti altri sparatutto provati di recente, ma sentiamo che manca quel qualcosa in grado di fargli spiccare il volo.