Ci eravamo già occupati di analizzare la prima tranche contenutistica inclusa nella versione di lancio di Raiders of the Broken Planet, e in linea di massima il titolo aveva dimostrato di possedere un certo potenziale. Quest’oggi diamo uno sguardo alla seconda campagna rilasciata da MercurySteam, Wardog Fury, venduta al prezzo tutto sommato non altissimo di 9,99€.
Ricordiamo che il gioco non rientra nei classici schemi dei free to play in quanto di gratuita c’è solo l’introduzione, la quale consiste in due missioni e un personaggio sbloccabile, con il resto acquistabile separatamente o in un pacchetto completo a 39,99€. Cerchiamo di capire se vale la pena di spendere ulteriore tempo e denaro su questo shooter sci-fi in terza persona.
Anteprima di gioco
Wardog Fury riprende la narrazione degli eventi da dove Alien Myths si era fermato, ovvero subito dopo il reclutamento del quinto Raider da parte dei protagonisti. Stavolta il nemico è il generale Marmalade, mente malvagia con l’obiettivo di prosciugare a tutti i costi le riserve di Aleph sul pianeta. La new entry nel roster dei Protettori è Loaht, un ex sottoposto di Marmalade vittima di esperimenti atroci che lo hanno trasformato in una bestia assetata di sangue. La missione consiste nel recuperare Loaht, creare scompiglio tra le fila nemiche e scoprire dove si trova il generale per porre fine alla sua esistenza. Tutto molto semplice e diretto come al solito.
Manca ovviamente una qualsivoglia profondità narrativa e gli eventi si snocciolano in modo piuttosto frettoloso senza focalizzarsi né sullo sviluppo caratteriale dei personaggi né sul lore del mondo di gioco. Peccato, non sarebbe stato male scoprire di più sul passato di Alicia o Hans, se non altro per immedesimarsi meglio nelle fasi di gameplay. Invece Wardog Fury si limita a presentare cutscene rapidissime, quasi anonime, in cui prevalgono battute volgari e umorismo spicciolo. Non che sia un reato, anzi ci sta pure, però in tal modo è altresì impossibile parlare di una vera e propria trama.
Sul versante contenutistico si registra, oltre a Loaht, l’aggiunta di 4 nuove missioni. È possibile affrontarle in singolo, in cooperativa online contro l’intelligenza artificiale e in modalità 4 contro 1, dove l’uno viene rappresentato da un giocatore che tenterà di sabotare la nostra partita. Nessuna novità rilevante rispetto alla prima campagna, soltanto piccole differenze nella gestione delle ricompense (ora più generose) e del bilanciamento nel matchmaking. A proposito, se giocate su PC tenete in considerazione il fatto che i server sono praticamente deserti e passerete almeno 15-20 minuti -se non di più- per trovare una partita. Nonostante nel weekend si registri un leggero rialzo, la situazione sembra abbastanza critica: si parla di una media di 39 giocatori al giorno, numero tale da obbligarci a chiedervi di riflettere bene prima di acquistare l’espansione. Uomo avvisato, mezzo salvato.
Grafica e gameplay
In termini visivi Wardog Fury non si distacca granché dal contenuto aggiuntivo precedente, mostrando sì passi avanti nella gestione di luci, ombre e fisica dei colpi ma rimanendo inchiodato in una desolante piattezza cromatica e paesaggistica. Dominano ancora una volta l’arancione e l’ocra, in generale le tinte sul marrone, con degli scenari poco dettagliati composti principalmente da sassi e dune. Sappiamo che si tratta di un pianeta sull’orlo della rovina, tuttavia nei prossimi episodi bisognerà variare l’approccio stilistico o si rischia di risultare fin troppo monotoni.
A rinvigorire la sensazione di dejà-vù ci pensa la struttura delle missioni, purtroppo invariata. Parliamo infatti delle ripetitive fasi di raccolta di Aleph dai nemici uccisi, del riempimento di serbatoi e di sessioni shooting con boss e miniboss dalla salute elevatissima. Quest noiose, dunque, sebbene il gameplay di base sia migliorato grazie all’introduzione dei Protettori meno legnosi come Mikah e appunto Loaht. In cooperativa si riesce a trovare sprazzi di divertimento, specie se il team è coordinato (cosa piuttosto rara vista l’assenza di chat) e se si gestiscono bene i respawn giocando d’astuzia.
Giocato insieme a un team di amici Wardog Fury prende sicuramente un’altra piega, in particolare nelle fasi finali della campagna che richiedono un certo tempismo da parte della squadra. Non manca la frenesia, un giusto livello di difficoltà né il buon feedback offerto dalla maggior parte delle armi e delle abilità dei Protettori, perciò tutto sommato possiamo ritenerci soddisfatti dell’intrattenimento offerto dalle 2-3 ore dell’espansione. Potevano essere di più, è vero, ma la rigiocabilità è uno dei punti di forza della produzione.
Conclusioni
Pur rimanendo solida dal punto di vista del gameplay, l’espansione di Raiders of the Broken Planet Wardog Fury offre ben poche novità strutturali accontentandosi di proporre un ‘more of the same’ con però meno contenuti del precedente DLC Alien Myths. I problemi che avevamo riscontrato nella scorsa recensione non sono stati risolti e di conseguenza gli utenti hanno iniziato ad abbandonare i server facendo salire a circa 15 minuti il tempo medio per trovare una partita. Se finora avete apprezzato il lavoro di MercurySteam e volete continuare a supportare lo sviluppatore spagnolo il problema non si pone. Se invece siete scettici vi consigliamo di aspettare ancora un po’ prima di acquistare uno dei pacchetti disponibili. Ci auguriamo che si riesca in qualche modo a ripopolare i server.