Da un paio d’anni il genere degli MMORPG viene descritto come decadente, specie a seguito del brusco calo di iscrizioni in World of Warcraft e in generale in buona parte dei titoli più blasonati. I publisher sono dunque corsi al riparo sottraendo alla formula una percentuale di componenti ruolistiche in favore dello stile action e hanno puntato moltissimo sull’evoluzione in termini tecnici per offrire esperienze simili alle controparti open world single player.
Revelation Online, MMO cinese sviluppato da NetEase e pubblicato in occidente da My.com, ha incentrato la propria campagna di marketing esattamente su tali punti, guadagnandosi in breve l’appellativo di ‘salvatore del genere’, quantomeno dalle impressioni a caldo registrate in alpha e beta. Giunti alla versione finale, però, i pareri hanno iniziato ad essere discordanti: c’è chi lo definisce un gioco eccezionale e c’è chi lo considera l’ennesimo sterile frutto dell’hype come accaduto con i vari ArcheAge, Black Desert o Bless. Quale opinione si avvicina di più alla realtà? Scopriamolo nella nostra recensione.
Anteprima di gioco
Effettuato l’accesso al server desiderato, con scelta tra Europa e Nord America, si viene subito catapultati nella schermata di creazione del personaggio. Le classi selezionabili ammontano a 6, di razza esclusivamente umana, e vantano meccaniche nonché equipaggiamenti unici come da tradizione. Troviamo Occultist, un ibrido tra stregone e curatore, Spirit Shaper, utilizzatore di magia bianca, Vanguard, tank della situazione, Blademaster, rapido spadaccino focalizzato sulle combo, Gunslinger, specialista in attacchi a distanza e Swordmage, che utilizza un mix di melee e attacchi magici. L’editor si presenta dettagliato e ricco di opzioni per modificare ogni lineamento nei volti dei personaggi, i cui modelli non deludono affatto. Sul versante corporatura, invece, segnaliamo l’esclusività di alcuni tipi di fisico su determinate classi, scelta a nostro avviso immotivata anche se comunque non essenziale nella resa finale del proprio alter ego.
Strutturalmente in Revelation Online non si registrano novità degne di nota. Una delle eccezioni è la presenza delle ali in pieno stile Aion, che permettono di sorvolare in scioltezza il vastissimo open world. Un’altra riguarda le numerose cutscene ben realizzate e i quick time event inseriti in modo tale da rendere più cinematografici i momenti salienti della campagna. La storia principale, però, non convince poiché né le tematiche trattate (solito conflitto fra bene e male) né il cast di NPC stimolano l’interesse del giocatore. Prevalentemente lineari e mondane le quest primarie, ignorabili le secondarie: ciò è motivato dal fatto che la sceneggiatura, di per sé già carente, cade sotto i colpi di una traduzione (solo in inglese) a tratti amatoriale. Nella versione finale europea del titolo abbiamo persino scovato delle missioni ancora in cinese, il che la dice lunga sull’impegno profuso in tale sede.
Dungeon e Raid riescono al contrario nel loro intento, dando la possibilità rispettivamente a un massimo di 10 e 20 player di fiondarsi all’interno di ambientazioni costruite con sapienza, stile e la giusta cattiveria. Entrambi divertono parecchio, soprattutto in compagnia di una gilda di amici, e ricompensano adeguatamente gli sforzi con armi o equipaggiamenti rari non ottenibili attraverso il negozio. Quest’ultimo si limita a vendere oggetti cosmetici e loot box (contenenti in prevalenza esclusive mount e ali) senza intaccare in alcun modo l’esperienza free to play in competitivo, peraltro ottimo. Tantissime le modalità disponibili, tra cui Battle Arena, Cattura la Bandiera, battaglie massive tra server, PvPvE e la splendida Castle Siege, dove nutrite schiere di giocatori si contendono imponenti fortezze per l’onore e il bottino. Attenzione ai picchi di lag che si registrano di tanto in tanto sui server europei: in caso di singhiozzi suggeriamo il passaggio a quelli nordamericani.
Grafica e gameplay
Quando si parla di comparto tecnico, Revelation Online è una strana bestia. Dagli screenshot sembra di trovarsi di fronte un degno rivale di TERA, tuttavia quando si entra in game la situazione cambia drasticamente. Molti scenari, se guardati dalla giusta prospettiva, appaiono ispirati e incantevoli; i problemi incombono man mano che ci si avvicina a osservare la bassa qualità di texture, asset, animazioni e il fastidioso clipping a cui sono soggetti i modelli; non è neanche raro incappare in bruschi cali randomici di framerate. In ambito sonoro un plauso va alla soundtrack davvero ispirata, con le sue lievi tonalità tipicamente asiatiche all’occorrenza incalzanti che accompagnano l’azione in maniera egregia. Meno brillanti gli effetti sonori, troppo generici e ripetitivi, mentre l’interfaccia viene bocciata in toto causa incomprensibilità congenita oltre all’incredibile rumore visivo provocato su schermo dai mille indicatori.
Il gameplay, in linea di massima, risulta solido ma la sua fluidità oscilla abbastanza a seconda della classe selezionata. Swordmage e Vanguard, ad esempio, soffrono di una certa pesantezza nei movimenti e le animazioni delle loro manovre offensive sono un tantino legnose. Al contrario Gunslinger e Occultist donano nel complesso un miglior feedback, più vicino per certi versi a quello degli Hack and Slash. Disponibili una dozzina di abilità attive, qualche passiva, sei speciali dalla potenza notevole (ma con cooldown importanti) più salto, schivata direzionale e manovre aeree da sfruttare al meglio quando si fa uso delle ali. Livellare in early game è relativamente semplice e veloce visto il basso ammontare di esperienza richiesta, almeno fino al livello 39. A quel punto inizia un grinding di milioni e milioni di EXP che costringerà l’utente a munirsi di pazienza per raggiungere i livelli richiesti dalla campagna e proseguire l’avventura.
Il blocco del leveling automatico al livello 39 consente poi al giocatore di scegliere se e quando livellare. Questo aspetto può sembrare innocuo in apparenza ma porta i più furbi a mantenersi sotto il cap per simulare lo “smurfing”, in poche parole dominare sugli utenti con minor esperienza. Non una scelta di design intelligentissima a nostro parere, anzi a dire il vero pericolosa per il corretto funzionamento delle arene PvP. Ulteriore ostacolo alla fruibilità del sistema comprende l’esorbitante mole di oggetti e valute. Ad esempio esistono punti specifici per ogni fazione, materiali addetti alla creazione di equipaggiamenti, quattro tipi di valuta (cambia a seconda del mercante), reliquie utili a potenziare armi, mount e ali, pergamene per espandere gli slot dell’inventario, artefatti con la funzione di attivare delle abilità passive, un’altra variante di pergamene per sviluppare ulteriormente le suddette abilità e pozioni da usare in circostanze specifiche. La lista continuerebbe ancora a lungo ma crediamo di aver reso bene l’idea del caos a cui va incontro l’utente medio.
Conclusioni
Revelation Online, lungi dall’essere il salvatore degli MMORPG, è un titolo che pur in versione finale necessita di parecchi miglioramenti. Ci vengono subito in mente lo snellimento dell’interfaccia assurdamente confusionaria, la rifinitura in sede di localizzazione e alcuni problemi strutturali che inficiano la fruibilità sia in PvE che in PvP. Rimarrebbero comunque una serie di difetti insiti nelle fondamenta del titolo e di sicuro indigesti per il pubblico occidentale, come la presenza di grinding e tonnellate di oggetti e valute dalle dubbie funzioni. Tanto di guadagnato se si è disposti ad accettarli, giacché in fin dei conti l’opera di NetEase sa regalare un’esperienza gradevole e ricca di contenuti nel suo gigantesco open world da gustarsi rigorosamente con le ali alla schiena.