Parlare di Secret World Legends non è affatto cosa semplice senza tirare in ballo la sua versione precedente uscita ben cinque anni fa, ovvero The Secret World. La deriva del progetto originale, scaturita da una serie di decisioni infelici da parte di Funcom, quali il passaggio al modello freemium con l’aggiunta di DLC a pagamento incentrati sulla storia del gioco, ha indirizzato lo sviluppatore norvegese sulla strada del reboot. Attraverso annunci in pompa magna nelle settimane precedenti il rilascio, veniva infatti paventata una vera e propria rivoluzione per questo MMORPG divenuto ormai oggetto di culto per la fanbase.
Si parlava, tra le altre cose, del passaggio al free to play, di un motore grafico aggiornato, di modifiche sostanziali al gameplay e alla struttura multigiocatore. Già in fase di anteprima avevamo espresso dubbi e preoccupazioni sull’effettivo mantenimento di tali promesse ma allo stesso tempo eravamo consci di avere fra le mani un prodotto ancora in beta, dunque acerbo. Ora che il gioco è finalmente stato rilasciato nella sua forma completa vediamo di analizzare a fondo l’operato di Funcom per valutare se e in che modo Secret World Legends sia davvero migliorato rispetto a qualche anno fa.
Anteprima di gioco
Chi ama The Secret World e lo ritiene uno degli MMORPG migliori di sempre lo fa principalmente perché affascinato da trama e ambientazioni. Il setting distopico creato dal bravissimo Ragnar Tørnquist è in effetti uno dei più originali non solo nel genere ma in tutto il mondo videoludico. L’intreccio utilizza in modo anche piuttosto disinvolto storia, mito e fantascienza raffigurando una realtà dominata da tre fazioni (Templari, Illuminati e Draghi), ognuna con il proprio ideale di giustizia e la missione di proteggere la Terra da pericolosi fenomeni paranormali. Tutta l’avventura viene permeata da un forte senso di mistero che spinge i giocatori a indagare e riflettere con attenzione su ciò che li circonda fin nei minimi dettagli. Le quest rispecchiano proprio la medesima filosofia e presentano una struttura atipica, spesso oscura, proponendo puzzle e investigazioni da portare a termine senza l’ausilio di indicatori o suggerimenti di sorta. Esistono naturalmente anche delle missioni più classiche in pieno stile MMO ma il fulcro del titolo rimane, a nostro parere, la costante ricerca di indizi e segreti dal gusto esoterico all’interno di un mondo sull’orlo del baratro.
Parlando di gestione del personaggio e di editor possiamo confermare che quest’ultimo è rimasto invariato, quindi povero di opzioni che possano rendere meno brutti i volti predefiniti e creare un alter ego anche vagamente somigliante alla controparte reale. In compenso sono state aggiunte 9 classi, skill tree e un sistema di progressione a livelli per armi e personaggi, elementi osteggiati con veemenza dalla community ma senza dubbio utili all’evoluzione del titolo in termini di accessibilità. Per cercare di non perdere del tutto la sua identità da “mondo condiviso” e trasformarsi in un MMORPG canonico, Secret World Legends rimpicciolisce ulteriormente lo spettro d’azione del predecessore e passa a un’infrastruttura online organizzata in istanze racchiuse dentro un unico server. Questo, se da un lato rende l’esperienza più fluida e ordinata, provoca notevoli incertezze tecniche all’arrivo in città o hub di ampio respiro, con la responsività del netcode che cala a vista d’occhio anche per parecchi minuti nonostante il numero di giocatori visibili sia diminuito; i dungeon, invece, non sono soggetti a singhiozzi di rete essendo stati riadattati alla fruizione in team da 3, un buon modo per incentivare la cooperativa con amici.
Se volete godervi al massimo Secret World Legends vi consigliamo di affrontarlo in compagnia, rilassati e senza troppe pretese. Se invece desiderate addentrarvi nel PvP o nei dungeon più impegnativi dopo il livello 50 la situazione si configura diversamente, poiché viene richiesto un lunghissimo grinding finalizzato all’ottenimento di AP e SP (i punti skill di armi e personaggi). Qui entra in gioco lo shop dove potrete acquistare entrambi, insieme agli equipaggiamenti più rari utilizzabili liberamente persino all’inizio del gioco e alle immancabili loot box. Esse vengono droppate in game dai nemici e devono necessariamente essere aperte con chiavi speciali limitate a una manciata di unità giornaliere per gli utenti free. Trattandosi dell’unico sistema di loot presente all’interno del gioco, ci chiediamo come mai Funcom abbia deciso di limitarlo così pesantemente. Peraltro il reset delle missioni ha un timer di 3 giorni, quindi andare alla ricerca di bottino raro si fa ancora più complicato per i non abbonati al modello premium che garantisce tutti i vantaggi del caso.
Grafica e gameplay
Altra promessa non mantenuta da Funcom è la rivisitazione del comparto grafico, per certi versi addirittura peggiore rispetto a quanto visto in The Secret World (salvo per le prestazioni). Datati e carenti i modelli, poco definite le texture, precari gli effetti di illuminazione e post-processing, estremamente deficitarie le animazioni. Si salvano solo il lato artistico del titolo, grazie sia al buon design delle mappe sia al fascino intrinseco degli scenari molto dark ed evocativi ispirati ai lavori di King e Lovecraft, e il sonoro, complice l’ottimo doppiaggio in inglese udibile anche al di fuori delle cutscene. Nella media l’interfaccia, accettabili le prestazioni in termini di framerate. Assente la localizzazione in italiano.
Rimanendo sulla scia degli annunci a cui non sono seguiti dei fatti, occupiamoci di combat system. È innegabile che le classi e gli skill tree individuali abbiano semplificato la cervellotica progressione rendendola più naturale, tuttavia all’atto pratico le meccaniche non hanno saputo lasciarsi alle spalle quell’incredibile legnosità che rappresentava il tallone d’Achille della versione originale. Gli scontri in Legends continuano ad essere piuttosto ripetitivi giacché il numero risicato di abilità a disposizione e i proiettili rigeneranti delle armi costringono allo spam selvaggio. Vista l’assenza di un vero feedback dei colpi, di animazioni convincenti e della possibilità di schivare i colpi nemici, passare al targeting con reticolo paventando una svolta action non ha avuto molto senso. Tenendo in considerazione l’alto tasso di casualità nell’applicazione degli effetti secondari delle skill e la scomparsa delle build create dall’utente in sostituzione di preset lineari si può persino affermare che il sistema di combattimento abbia compiuto dei passi indietro.
Inoltre c’è il problema della disparità di livello in PvE, paradossale se pensiamo che il vecchio Secret World faceva dell’assenza di livelli (e classi) il suo cavallo di battaglia per differenziarsi dalla concorrenza. Capita infatti di trovarsi davanti blocchi che impediscono l’accesso a determinate missioni se non si raggiunge il livello richiesto ma allo stesso tempo di diventare troppo forti per portare a termine obiettivi precedenti senza uccidere i nemici in un sol colpo e dover ripetere il procedimento finché la quest non viene segnalata come completa. Questione alquanto significativa, visto che in The Secret World era possibile affrontare qualsiasi tipo di sfida, anche quelle già superate, al fine di guadagnare SP e AP. Ora dipende tutto dal grinding per armi e talismani nonché dal crafting, che ha la funzione di evolvere gli equipaggiamenti sacrificandone altri, almeno 5, senza neanche la certezza di poterne ricavare qualcosa di utile. Per quanto riguarda PvP, raid e dungeon, invece, non abbiamo riscontrato particolari mancanze, giusto una durata forse un tantino breve dei match in arena a due squadre; il resto è pressoché identico in termini contenutistici al titolo del 2012, ergo abbastanza soddisfacente.
Conclusioni
Secret World Legends spolvera le sue antiche vesti di MMO elitario e si apre al pubblico di massa rinunciando però a molti degli aspetti che lo rendevano unico e insostituibile per la fanbase, giustamente delusa da questo reboot. Sarebbe stato lecito aspettarsi da parte di Funcom una serie di ritocchi al motore grafico, al sistema di combattimento e ai contenuti post-game. Al contrario si è scelto di ignorare tali criticità e anzi aggravarle inserendo numerose barriere, sia economiche sia di grinding, che pregiudicano il divertimento una volta raggiunto il level cap.
I nuovi utenti godranno comunque di un’esperienza decisamente più intuitiva, afflitta da una minor quantità di problemi tecnici e si spera potranno contare sul supporto degli sviluppatori in merito alle espansioni di un comparto narrativo in ogni caso brillante. Peccato che a decidere il futuro di questo MMORPG così singolare non saranno gli stessi utenti che lo avevano comprato e supportato al lancio 5 anni or sono.