Cosa accadrebbe se un racing game incontrasse un MOBA? È quello che si saranno chiesti i ragazzi di Hoplon prima di ideare Heavy Metal Machines, un gioco in cui vetture dal look post-apocalittico alla Mad Max si sfidano in gare all’insegna della velocità e della distruzione totale.
In accesso anticipato dallo scorso gennaio, questo free to play indie (non disponibile in italiano) molto particolare ha attirato la nostra attenzione e di certo anche quella dei fan di prodotti come Rock ‘n’ Roll Racing, Destruction Derby e Rocket League. Sarà all’altezza delle aspettative?
Anteprima di gioco
Il concept è semplice e intrigante al punto giusto: due squadre da 4 giocatori si contendono il possesso di una bomba a forma di pallone da calcio, con l’obiettivo di portarla alla base nemica. Si aggiudica la vittoria il team che per primo riesce a segnare 3 punti. Non essendoci torri né minion, gli elementi MOBA risiedono quasi interamente nella suddivisione dei ruoli e nella strutturazione delle abilità assegnate a ogni macchina. È possibile scegliere tra Interceptor, classe con le migliori capacità offensive, Support, in grado di curare e proteggere gli alleati, e infine Transporter, il più adatto a catturare e scortare la bomba.
Al momento il roster non è molto ampio, a fronte di circa 4 personaggi per classe, ma confidiamo nel fatto che gli sviluppatori provvederanno a rimpolparlo adeguatamente in vista del lancio. Stesso discorso per quanto riguarda mappe e modalità, allo stato attuale carenti in termini quantitativi. I circuiti sono soltanto due, uno pressoché rettilineo e l’altro un po’ più articolato, mentre l’unica modalità di gioco prevede appunto trasporto e consegna della bomba. Considerando che non manca molto alla release finale, ci auguriamo davvero che sia in arrivo un corposo aggiornamento volto a colmare le lacune contenutistiche.
Sul fronte shop, invece, i contenuti ci sono eccome. Gli elementi (in prevalenza cosmetici) da sbloccare superano agevolmente la trentina di unità e possono essere acquistati insieme ai boost all’esperienza sia con moneta reale che valuta in game. Niente di pay to win, per fortuna, anche se i prezzi in euro sembrano piuttosto esagerati. Il founder pack costa addirittura oltre 73€, vale a dire più di un tripla A retail, e difficilmente invoglierà i giocatori all’acquisto.
Grafica e gameplay
Nonostante una direzione artistica all’insegna della genericità, il comparto grafico di Heavy Metal Machines gratifica l’occhio quanto basta. Unity 5 è stato utilizzato bene, soprattutto per quanto riguarda la resa delle auto, degli effetti visivi come le esplosioni e dell’illuminazione. Servirebbero però un antialiasing migliore, viste le fastidiose scalettature che deturpano un po’ l’immagine, e un’interfaccia meno caotica. Merita una profonda riveduta anche il sonoro, giacché le voci dei piloti vengono ripetute in maniera ossessiva e tediano dopo poco, in più la soundtrack offre tracce trash metal di bassissima lega, quasi amatoriali.
Ma parliamo ora del cuore del gioco. Come detto poc’anzi avremo a disposizione diverse vetture sezionate in classi dai ruoli ben precisi. Ognuna possiede 4 abilità dotate di cooldown, in genere abbastanza lunghi. Tra queste le più comuni sono il turbo, almeno una manovra difensiva come scudi energetici, un attacco ravvicinato e uno a distanza, senza dimenticare la mossa finale che provoca danni ingenti. Una volta scesa a zero la barra della salute ci si ritrova, in seguito a qualche secondo di attesa, respawnati alla postazione di partenza. Non esistono limiti o penalizzazioni di alcun tipo per le morti in game.
Le partite scorrono a ritmi molto elevati, dominate dagli scontri interminabili tra i team che cercano di strapparsi l’un l’altro la bomba in un andirivieni senz’altro ricco di tensione. Le mappe sono inoltre disseminate di pericoli ambientali, ad esempio barriere infuocate, che danneggiano le macchine al contatto. Pertanto il compito del trasportatore dell’ordigno si fa gravoso: dovrà evitare urti, proiettili nemici, trappole e persino seguire un percorso diverso dal resto dei partecipanti (questo per evitare che possa recarsi con troppa facilità nella base avversaria). Ottima idea, quest’ultima, non soltanto in termini di bilanciamento ma anche di varietà. Tuttavia l’esperienza di guida viene parzialmente rovinata da un sistema di controlli precari, imprecisi e poco responsivi sia con pad che con mouse e tastiera. Le auto slittano sull’asfalto come se fosse ghiaccio, restituendo un feedback sgradevole e rendendo difficili persino le manovre elementari. C’è dunque bisogno di lavorare ancora molto sull’handling dei veicoli o si rischia di compromettere l’intera impalcatura del titolo.
Conclusioni
Heavy Metal Machines ha del potenziale e il suo concept relativamente originale può senz’altro portarlo alla ribalta. Ci sono però ancora parecchie storture da limare, in particolare la carenza di contenuti e i controlli assolutamente non ideali per un gioco di guida che si rispetti. Gli si può comunque dare una chance in accesso anticipato per provare l’ebbrezza di un racing MOBA, tuttavia consigliamo di attendere il rilascio ufficiale nella speranza che gli sviluppatori abbiano realmente fatto tesoro dei suggerimenti ricevuti dalla community.