Dai meandri dell’early access di Steam escono spesso titoli interessanti, sviluppati in prevalenza da piccoli studi indipendenti che si affidano alla buona volontà dei giocatori disposti a finanziarli e aiutarli a correggere eventuali bug. Shardbound, gioco di carte collezionabili misto a strategico, è uno di questi.
Rifacendosi alla struttura meccanica e al modello economico del blasonato Duelyst, il lavoro di Spiritwalk Games punta a tirare dalla sua due tipi di audience molto differenti, quelli di CCG e RTS, cercando al contempo di colmare le lacune mostrate ultimamente dalla concorrenza. Di seguito il resoconto approfondito della nostra prova con la versione open alpha, al momento solo in inglese.
Anteprima di gioco
Chi ha già avuto esperienze con titoli come Duelyst e Faeria non troverà difficoltà ad ambientarsi in Shardbound. Il sistema utilizzato è quello da strategico a turni basato su scontri uno contro uno, in cui i giocatori si contendono un campo di battaglia suddiviso in esagoni grazie all’ausilio di unità e carte speciali contenute nei mazzi. La loro costruzione avviene tramite la scelta iniziale di una fazione tra le 6 disponibili e classificate in colori, per poi passare alla vera e propria selezione delle carte tra esclusive degli schieramenti e neutre come in ogni CCG moderno.
Le unità sono tutte dotate di punti attacco e salute, questi ultimi esauribili subendo gli attacchi nemici durante la battaglia. Gli effetti delle carte contengono numerose parole chiave in stile Hearthstone (grido di battaglia, rantolo di morte, etc.) e in linea di massima presentano una buona varietà. Nonostante il gioco necessiti ancora di una lunga fase di bilanciamento per equilibrare statistiche ed effetti di parecchie carte, le promesse sono più che incoraggianti.
A testimonianza dell’impegno profuso dagli sviluppatori, il titolo ci accoglie con un tutorial di buona fattura in grado di illustrare perfettamente la maggior parte delle meccaniche basilari, mettendo peraltro in mezzo un background narrativo che di sicuro verrà espanso in una futura campagna single player. Per quanto riguarda l’aspetto economico, Shardbound funziona in modo leggermente diverso dai concorrenti e offre dei pacchetti contenenti tre carte della stessa rarità tra cui scegliere. Non apprezziamo molto tale decisione, poiché in questo modo gli acquisti assumono un’importanza estremamente marginale e si rallenta parecchio il completamento della collezione, tuttavia dobbiamo ammettere che le ricompense per le missioni giornaliere sono davvero generose.
Grafica e gameplay
L’utilizzo dell’Unreal Engine 4 risulta evidente sin da subito. Infatti sia illuminazione che effetti particellari convincono senza riserve, le animazioni appaiono sufficientemente curate e in generale lo stile grafico riesce a catturare l’occhio. Trattandosi di un work in progress i dettagli (specie nelle texture delle mappe) scarseggiano e inoltre sono ancora presenti diversi placeholder in sostituzione di alcuni modelli, dunque ai più esigenti consigliamo di attendere i prossimi update.
Alla prova dei fatti Sharbound si comporta in maniera abbastanza simile a Duelyst, alla luce di partite lunghe e ragionate che fanno del posizionamento il proprio perno. In sostanza l’obiettivo è quello di sconfiggere l’eroe nemico, dotato di un punto d’attacco e 25 punti salute, riempiendo l’arena di unità evocabili a costo di unità di mana che aumentano di 1 ogni turno. Non essendoci altri modi per guadagnare mana, il ritmo si mantiene fin troppo pacato e alcune partite arrivano a durare persino 40-50 minuti.
Il problema, secondo noi, risiede nella costruzione delle mappe, spesso divise a metà da colline o altri tipi di ostacoli naturali che limitano i movimenti delle unità. Esse possono muoversi soltanto per un massimo di tre caselle in ogni direzione ma rimangono bloccate per un turno extra qualora incontrino impasse orografici. Succede anche che in base alla posizione occupata certe creature non subiscano danno in seguito agli attacchi. Non abbiamo sinceramente capito se sia voluto o meno ma ci auguriamo che il sistema venga rivisto.
Conclusioni
Nonostante qualche difetto tecnico di gioventù e una struttura ancora incompleta, Shardbound può riuscire laddove titoli come Duelyst hanno ahimè fallito. In primis nel bilanciamento, qui agli albori eppure promettente, poi nel modello economico, inusualmente generoso per un CCG free to play, e infine nella voglia costante di migliorare l’offerta introducendo nuovi eroi, carte e meccaniche così da evitare che l’interesse della community si spenga dopo poco. A noi Spiritwalk Games sembra perfettamente in grado di rispettare tutto ciò.
Sito ufficiale: http://www.shardbound.com/