Defiance 2050 – Recensione

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Molti non lo ricorderanno ma Defiance è stata una serie fantascientifica di nicchia trasmessa sul canale americano SyFy, i cui bassi ascolti hanno costretto l’emittente a troncarne la produzione. Nella speranza di risollevare il marchio, Trion Worlds ne aveva tratto uno sparatutto MMO cooperativo lanciato nel 2014 su PC e console di vecchia generazione. Purtroppo, però, anche a causa della scarsa qualità del titolo se raffrontato ai diretti competitori di allora, non si riuscì a cavare un ragno dal buco e le poche recensioni di utenti e critica, per niente favorevoli, misero l’ipoteca sul fallimento del progetto.

Oggi, dopo una lunga fase di beta testing, Trion vuole riprovarci con Defiance 2050, una versione rimasterizzata del gioco originale per PlayStation 4, Xbox One e PC. Noi lo abbiamo provato subito dopo il lancio ufficiale proprio su quest’ultima piattaforma e siamo pronti a darvi le nostre impressioni.

Anteprima di gioco

Il concept di Defiance 2050 è piuttosto semplice: si tratta di un lavoro di rifinitura e pulizia tecnica con l’aggiunta di contenuti esclusivi potenzialmente in grado di attirare i vecchi fan e magari portarne di nuovi. Le fondamenta sono comunque rimaste invariate e dunque sia gameplay di base che trama saranno familiari a tutti coloro che li avevano saggiati in precedenza. L’incipit narrativo è come sempre molto interessante, almeno per gli amanti del genere sci-fi. Ci troviamo nel bel mezzo di una guerra fra terrestri e Votan, una razza aliena giunta sul nostro pianeta in cerca di una seconda casa a seguito della distruzione del proprio sistema solare. Il conflitto, inasprito dall’utilizzo di una tecnologia di terraforming da parte degli invasori che ha causato il deperimento di flora e fauna, viene raccontato dalla prospettiva di un cacciatore mercenario assoldato al fine di recuperare una preziosissima tecnologia aliena. La sua storia, e di conseguenza la nostra, si svolge circa 15 anni dopo l’inizio degli eventi della serie TV.

La struttura di gioco ricalca più o meno fedelmente lo schema classico degli shooter MMO sul mercato, Warframe in primis. Controlliamo un personaggio da noi creato attraverso un editor tutto sommato discreto che ci permette di scegliere fra le 3 razze canoniche dello show e 5 classi ben delineate, ovvero assalto, assassino, guardiano, medico, combattente e demolitore. Da notare che le classi possono essere cambiate a un certo punto dell’avventura, consentendo una certa flessibilità di manovra a seconda del bisogno. Missioni e contenuti secondari sembrano grosso modo identici a quelli della versione precedente, con qualche extra in termini di attività da svolgere in cooperativa. C’è tanto da fare e i compiti differiscono abbastanza gli uni dagli altri, salvo qualche ripetizione di troppo in alcune quest della campagna principale, che ci vedranno impegnati nella difesa dell’NPC di turno da orde di nemici agguerriti.

La progressione funziona nel più classico dei modi. Si ottengono punti esperienza, si sale di livello e si sbloccano abilità nell’apposito albero riservato alle singole classi. Il loot viene droppato dai nemici sconfitti ed è generalmente casuale anche se più il loro livello sarà alto più possibilità avremo di ottenere equipaggiamenti rari, ad esempio armi da fuoco e granate epiche o leggendarie. Sfortunatamente c’è un modo di ottenere potenza pagando. Infatti, oltre alle microtransazioni cosmetiche standard troviamo loot box e relative chiavi che consentono di livellare facilmente e ottenere oggetti di qualità superiore. Inoltre gli slot dell’inventario sono limitati e a un certo punto acquistarli diverrà praticamente obbligatorio. Diciamo soltanto che il tutto avrebbe potuto essere gestito con più accuratezza.

Grafica e gameplay

Strano ma vero: pur trattandosi di una remaster il comparto tecnico rimane ampiamente datato. Il motore grafico non riesce a offrire un’esperienza visiva degna di current -ma neanche della migliore old- gen, dando l’impressione di appartenere ai primi anni del 2000. Modelli, texture, animazioni, effetti di luce e ombra appaiono quasi anacronistici se rapportati ai competitor odierni quali Destiny e Warframe. Anche il sonoro non soddisfa in pieno a causa di un mixing approssimativo, suoni delle armi irrealistici e doppiaggi non stellari. Si riscontra poi la presenza di innumerevoli bug e glitch di grave entità, uniti a un lag costante visibile soprattutto nei movimenti estremamente scattosi di molti nemici. Non una remaster degna di questo nome, quindi. Secondo noi sarebbe stato meglio quantomeno prolungare la fase di testing, se non addirittura cambiare motore, vista la scarsa resa e ottimizzazione di quello utilizzato.

Ad ogni modo, mouse alla mano, Defiance 2050 sa regalare qualche ora di sano intrattenimento. I controlli sono piuttosto comodi e intuitivi, lo shooting si dimostra solido e il ritmo di gioco mantiene sempre ottimi livelli senza scadere in punti morti o eccessivamente ripetitivi. Non sono presenti doppi salti e coperture, bisogna utilizzare al meglio la schivata per acquisire posizioni avvantaggiate in combattimento. Vista la natura coriacea degli avversari, noi abbiamo preferito usare la tattica del cecchino servendoci dei fucili di precisione, dotati di un ottimo feedback. Chiaro, il gunplay è una spanna sotto i rivali più blasonati ma se apprezzate il genere troverete comunque pane per i vostri denti. Parliamo di un titolo che non apporta sostanziali novità alla formula, né eccelle in alcun reparto, offrendo tuttavia un pacchetto contenutistico sufficiente a chi, spinto dalla curiosità o dal modello free to play, volesse approcciarvisi.

Come dicevamo la mappa è zeppa di missioni e attività disparate, principalmente cooperative e non racchiuse in istanze. È possibile completare un obiettivo insieme ad altri giocatori senza dover necessariamente formare un gruppo, elemento che abbiamo apprezzato molto. Vari gli eventi disponibili, tra cui difese di punti di controllo, modalità orda, caccia al tesoro e così via. Ognuno vede la partecipazione di numeri cospicui di utenti, attratti dalle ricompense che talora sanno essere davvero generose. Arkfall, ad esempio, è un evento cooperativo a tempo tra i più apprezzabili all’interno del titolo. Parte con una porzione di territorio che diventa rossa venendo investita da una violenta tempesta, epicentro di un’invasione aliena su larga scala. Uno o più mostri giganti fuoriescono dal suolo e sarà necessario l’intervento di svariati giocatori per annientarli. Alla fine di queste frenetiche boss fight tutti i partecipanti verranno ricompensati con un forziere contenente loot pregiato.

Conclusioni

La domanda è: vale la pena di trascorrere del tempo in Defiance 2050 anziché in The Division, Destiny o Warframe? Sì e no. Da un lato è impossibile non apprezzare il loop del gameplay, fluido e dotato del giusto ritmo con meccaniche ragionevolmente solide. Dall’altro, ci si scontra con bug e altri problemi tecnici difficili da digerire in un prodotto che, peraltro, possiede un comparto grafico indietro di due generazioni.

Se avete già provato il primo Defiance non avrete ragioni per dare una chance a 2050. Se invece non conoscete il franchise e vorreste scoprirlo vi suggeriamo di scaricarlo e trascorrerci qualche ora in modo da finire il lungo e approfondito tutorial assorbendo i fondamentali dell’esperienza. Volendo tracciare un paragone di stampo culinario, potremmo definire il titolo come cibo da fast food: accettabile se non si hanno grandi pretese ma lontano dalla qualità della controparte venduta in un ristorante.

Tuo Voto
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Pro

  • Buon ritmo di gioco
  • Meccaniche solide
  • Contenuti in gran quantità

Contro

  • Comparto tecnico carente
  • Tracce di pay to win
  • Non all'altezza della concorrenza
6.5

Suff.

Grafica - 5.3
Giocabilità - 7.5
Originalità - 6.6

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